Il cinema è un mezzo visivo, quindi conoscere la psicologia dei colori è molto utile per registi e direttori della fotografia. Ci sono colori che tendiamo ad associare a determinate emozioni, come mostra in modo molto efficace anche il film d’animazione Pixar Inside Out. In generale, alcuni colori esprimono meglio certe atmosfere, almeno nel mondo occidentale, e i registi se ne servono per trasmettere emozioni e messaggi senza che gli spettatori se ne rendano conto. Il video di seguito riunisce scene di film famosi divise per il colore dominante, associato di volta in volta a un significato diverso.

I colori però hanno anche una funzione simbolica e possono rappresentare popoli e civiltà del passato. La psicologia dei colori applicata ai film storici ci aiuta a riconoscere a colpo d’occhio la zona geografica, il carattere del popolo rappresentato e il periodo in cui la storia è ambientata. Difficile da credere? Qui sotto faccio qualche esempio concreto.

Blu barbarico

Il blu è il colore del freddo, del ghiaccio, della notte e delle ombre dove la foresta è più fitta. È un colore facile da associare al nord e questo è uno dei motivi per cui è dominante in tante pellicole ambientate nell’Europa barbarica e medievale. Inoltre, fin dall’antichità il blu simboleggiava il mondo dei barbari e anche per questo non ebbe mai grande successo a Roma.

Guardiamo per esempio alla serie Netflix «Barbari». Racconta la storia di Arminio, principe germanico che, dopo aver militato con le legioni, decide di tradire i romani e attaccarli nella selva di Teutoburgo (9 d.C.) ponendosi a capo di una coalizione di tribù germaniche. Le grandi foreste della Germania giocano un ruolo importante nella serie e gran parte delle scene che coinvolgono i germani sono contraddistinte dal colore blu. Questo serve anche a evidenziare il contrasto con i romani, che sono invece associati a un altro colore, di cui parlerò fra un attimo.

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Le foreste germaniche contribuiscono a creare l'atmosfera barbarica

I barbari però non sono solo quelli indicati dai greci e romani nelle fonti classiche. Il mondo barbarico, se non altro quello immaginato dal cinema e dalla letteratura, è un mondo dominato dalla forza, dalla guerra, dai costumi duri, che però sono ancora in qualche modo genuini, tra i quali la corruzione, l’avidità e la slealtà trovano poco spazio (il barbaro rozzo, ma valoroso è un topos letterario molto diffuso). All’interno di questa categoria rientrano popolazioni che si sono formate in un’epoca successiva alla caduta dell’impero romano, come i vichinghi. La serie TV «Vikings» segue le avventure, romanzate, di alcuni personaggi realmente esistiti della storia vichinga del IX secolo d.C. e abbonda di scene colorate di blu; le stesse locandine mettono in risalto questo colore.

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Locandina della serie TV "Vikings"

Con i vichinghi siamo arrivati nel medioevo, che nell’immaginario comune assume l’aspetto di un’Europa centro-settentrionale caratterizzata da foreste, inverni freddi e popolazioni un po’ rozze e incivili. Insomma, un po’ barbarica. Il medioevo è un periodo storico che soffre di una cattiva fama, ma per una volta qui non voglio sfatare i falsi miti storici: mi interessa infatti mostrare come venga rappresentato sullo schermo. Film come «Robin Hood» di Ridley Scott o «Le crociate» inquadrano grandi e fitte foreste, colorate da ombre bluastre.

Il medioevo può essere reale o immaginario, non importa: la sua rappresentazione tipica prevede fango sulle strade, uomini impellicciati e sfumature blu. Non sfugge a questa convenzione neanche il fantasy, come appare dalla serie TV del «Trono di spade», dove il regno del Nord ha tutte le apparenze di un tipico regno del medioevo europeo, con tanto di pennellate di blu a renderlo più freddo e nordico.

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La famiglia Stark, che regna sul Regno del Nord ne "Il trono di spade"

Rosso romano, ma anche oro

Se il blu è il colore dei barbari, il rosso è il colore degli antichi romani. Rossi sono infatti i vessilli delle legioni, i mantelli degli ufficiali, le strisce colorate sulle toghe dei senatori (color porpora, in realtà) e così via. Anche al cinema il mondo romano si tinge di rosso e qui interviene non solo la tradizione antica, ma anche la psicologia dei colori. Il rosso è il colore del sangue, della passione e della violenza, che ben si adattano a rappresentare un impero e le sue lotte per il potere, sul campo di battaglia, come nei palazzi.

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Giulio Cesare alla testa delle sue legioni in "Rome"

Nei film ambientati nell’antica Roma, però, il rosso non è l’unico colore che si presenta con costanza, anche perché renderebbe troppo ansiogena la visione per i telespettatori. Spesso le scene si illuminano di un giallo sabbia-oro. L’oro deriva sempre dalla tradizione antica, perché, per esempio, dorate erano le aquile delle legioni e la stessa Roma veniva definita dagli autori antichi «aurea». Tuttavia, questo dipende anche dal fatto che una patina d’oro colora genericamente il mondo antico, dall’Egitto, alla Grecia, a Roma. In film come «Il gladiatore», poi, il giallo o bianco giallastro è anche il colore della sabbia dell’arena e dei monumenti di tufo e travertino che popolano la Città Eterna. Qui si mostra quindi come un «color Colosseo», che con la sua luminosità rende al meglio anche la luce dei Paesi mediterranei dei quali l’impero era perlopiù composto.

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Massimo combatte come gladiatore al Colosseo

Giallo esotico

Se il giallo in qualche modo è presente nelle pellicole sull’antica Roma, è altrove che dà il meglio di sé. Il giallo oro è infatti il colore tipico di film con ambientazioni esotiche o mitiche, soprattutto se legate al vicino oriente. Si riprende in questo modo la sabbia del deserto, la luce violenta del sole a picco, l’abbondanza dell’oro delle corti egizie e mesopotamiche.

Il film «Alexander» racconta le gesta di Alessandro Magno, che dalla Macedonia partì per le sue conquiste militari alla volta del regno persiano. La locandina riprende i colori dorati che si ritrovano nelle scene ambientate in Mesopotamia e in Persia; quest’ultima è anche lo scenario di un film tratto da una serie di videogiochi, «Prince of Persia», dove l’uso del color oro è ancora più accentuato, come si vede dall’immagine qui sotto.

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In "Prince of Persia" c'è una grande abbondanza di oro per rappresentare la Persia

Dorato è anche l’antico Egitto, e qui bisogna dire che è abbastanza realistica come rappresentazione, visto che era una terra ricchissima di tutte le materie prime più preziose, tra cui appunto l’oro. Un po’ per la ricchezza dei corredi delle tombe dei faraoni, un po’ per l’immagine del sole e del deserto, anche i film sull’antico Egitto sono «gialli». Nei film della «Mummia» del 1999 e del 2001 c’è molto giallo e interessante è vedere quanto sia diverso invece «The Mummy» del 2017, in cui è sempre centrale la figura di un’antica mummia egizia, ma dove le atmosfere calde e esotiche sono sparite per lasciare il posto a toni molto più scuri e quasi orrorifici.

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Una scena di "La mummia - Il ritorno"

Quando i mondi si incontrano: scontri di civiltà e colori

All’interno dello stesso film o serie TV non è strano passare da un colore dominante a un altro nelle scene. Tutto dipende dall’atmosfera e dall’emozione che si vuole ricreare. Molto significativo a questo riguardo è un film come «Il primo re», di cui ho già scritto una recensione approfondita. Dato che i protagonisti sono Romolo, Remo e la fondazione di Roma, verrebbe da pensare che il rosso sia molto presente nelle immagini. In verità dominano più i colori scuri e freddi, che se non sono proprio blu, ci si avvicinano. Come mai? Dipende da una precisa scelta del regista Matteo Rovere, che per il suo film si è ispirato alle atmosfere di produzioni come «Vikings». Voleva ritrarre un mondo primordiale, violento e sporco, quasi barbarico. Da ciò sono dipese anche scelte linguistiche che hanno lasciato perplessi i filologi, che non riuscivano a ricondurre al latino alcune parole e espressioni pronunciate dai protagonisti. I linguisti che si sono occupati di inventare questo proto-latino hanno infatti raccontato come il regista preferisse alle espressioni più corrette quelle che avevano un suono maggiormente duro e «barbarico».

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Remo cura Romolo malato nella foresta

Psicologia dei colori: Roma e i barbari

La psicologia dei colori aiuta a riconoscere e distinguere emozioni diverse, così come popolazioni diverse. Questo è particolarmente evidente in due produzioni dove si scontrano germani e romani. Nelle scene iniziali del «Gladiatore» Massimo Decimo Meridio guida l’attacco delle legioni nelle foreste germaniche e le scene sono tutte filtrate attraverso una luce blu molto fredda. Netto è il contrasto con l’interno delle tende romane, rischiarate dalla luce calda e dorata delle torce, e con le scene ambientate a Roma.

al mio segnale scatenate l'inferno
La battaglia tra romani e germani
il gladiatore massimo decimo meridio marco aurelio
Massimo al cospetto dell'imperatore

In «Barbari» c’è più alternanza di colori, perché Arminio all’inizio si sposta tra due mondi, la Germania blu e la Roma rossa. Frequenti sono anche le intrusioni degli uni nel mondo degli altri e nella scena in cui torna dopo anni al suo villaggio, lo stesso Arminio appare estraneo tra la sua gente, ammantato di rosso in un ambiente freddo e blu. Non saprei dire se sia una scelta voluta o una fortunata causalità, ma quando Arminio, ormai pronto a tradire i romani, si presenta alla tenda di Varo, legato delle legioni di stanza in Germania, indossa un mantello blu, che contrasta con il rosso della tenda e degli indumenti dei romani.

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La germanica Thusnelda nella selva di Teutoburgo
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Arminio visita Varo nella sua tenda

Psicologia dei colori: Europa e Asia

Come accennato prima, il blu è anche il colore del medioevo e dell’Europa di quel periodo. Diventa quindi uno strumento efficace per raccontare visivamente lo scontro di civiltà che si vede per esempio nel film «Le crociate». Le scene in Europa, dove abbondano foreste, sono tinte di un blu profondo, mentre quelle in Palestina si spostano più verso tonalità gialle, più adatte a rappresentare il mondo lontano e esotico che incontrano i crociati.

le crociate kingdom of heaven
Crociati in Europa
le crociate
Sybilla, regina di Gerusalemme

Avevi mai notato l’importanza della psicologia dei colori nei film ambientati nel passato?

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